Esercito europeo comune: proposta di Cooperazione Rafforzata

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Questo “non paper” è il frutto della riflessione di un piccolo gruppo di persone provenienti dagli ambiti militare, diplomatico e politico. In ragioni delle funzioni pubbliche rivestite da alcuni membri di questo gruppo, l’identità di alcuni autori rimane anonima.

Il punto di partenza della riflessione che ha portato alla redazione di questo progetto di protocollo d’intesa per la costituzione di un Esercito Europeo Comune è che la Nato di cui fanno parte 21 paesi su 27 paesi membri dell’Unione è, ad oggi, sostanzialmente attrezzata per difendere l’integrità territoriale dei suoi membri ma non è in grado, per ragioni per lo più politiche, di rispondere alle crisi nei paesi del vicinato dell’Unione e quindi a diverse minacce alla sicurezza dell’Unione e dei suoi paesi membri.

(Crédit : sylv1rob1/Shutterstock.com)

Sulla base di questa premessa, il gruppo Europa-Esistenza ritiene che la via da perseguire passi attraverso la costruzione/costituzione, accanto alla Nato, di uno strumento militare prettamente europeo che ponga l’Unione europea in quanto tale o, in una fase iniziale, un gruppo consistente dei suoi paesi membri, nelle condizioni politiche e militari per poter intervenire nel suo vicinato sia per prevenire lo scoppio di gravi crisi sia per contribuire alla risoluzione delle stesse.

L’obiettivo perseguito non è quindi la creazione di una “Europa Potenza” o di una “Potenza Europa” ma quello di affermare l’esistenza propria dell’Unione sia nei confronti del “resto del mondo” che nei confronti dei suoi paesi membri e dei suoi cittadini. Come ha detto Jean-Claude Juncker “dotata di un suo esercito, l’Europa potrebbe reagire con più credibilità alle minacce alla pace in un suo stato membro o in un Paese vicino”. Inoltre, come sottolinea ancora Juncker “un tale esercito aiuterebbe anche l’UE a formulare delle politiche estere e di sicurezza e ad assumere maggiori responsabilità nel mondo”. 1

Come si evidenzierà di seguito, il gruppo “Europa-Esistenza” ritiene inoltre che l’Unione europea è dotata di un assetto istituzionale perfettamente adeguato, previo alcune modifiche o aggiornamenti in linea con i principi generali del suo funzionamento attuale, per assicurare la gestione politica di questo strumento militare.

Europa-Esistenza

Esercito europeo comune: proposta di Cooperazione Rafforzata

Le Alte Parti Contraenti,

Considerando le minacce alla sicurezza che incombono indiscriminatamente sui Paesi membri dell’Unione;

Considerando in particolare la minaccia alla sicurezza rappresentata dalla forte instabilità di parti consistenti delle regioni del Maghreb-Sahel e del Medio oriente e, in alcuni casi, dell’esistenza in queste zone di vasti territori che sfuggono al controllo del loro stato di riferimento;

Considerando la minaccia rappresentata dal risorgere di attori internazionali che perseguono politiche imperiali ed imperialiste con annessione, occupazione aperta o velata di territori appartenenti ad altri stati;

Considerando l’esistenza di potenti reti della criminalità organizzata nel settore del traffico delle persone;

Considerando che alcuni attori internazionali usano la questione migratoria come arma di destabilizzazione dell’Unione e dei suoi stati membri;

Considerando il ricorso crescente da parte di attori statuali e non statuali a armi cibernetiche, alla diffusione di false notizie attraverso le “reti social”, nonché l’irrompere delle guerre ibride;

Considerando che la politica di soft power dell’Unione, per quanto importante sia stata, ha mostrato, in modo parossistico nei casi siriano e libico, i suoi limiti;

Considerando che non ci può essere una reale politica estera dell’Unione senza una politica di sicurezza comune, ossia una politica in grado di difendere, in ultima ratio, gli interessi, i valori ed i principi sui quali si fondano l’Unione e i suoi Stati membri, ivi compresa quindi l’integrità delle persone che li portano e dei territori sui quali si dispiegano;

Considerando che le cooperazioni militari europee basate sull’articolazione di diversi contingenti nazionali non garantiscono una sufficiente coesione militare e, soprattutto, politica in quanto rimangono esposte al ritiro unilaterale di una o più parti per ragioni prettamente nazionali;

Considerando che l’affermazione nei Trattati dell’obbligo di mutua assistenza tra i Stati membri dell’Unione (Art. 42 § 7 TUE), senza reale incarnazione politica e militare comune costituisce una illusione pericolosa;

Considerando che non ci può essere una reale politica di difesa europea comune senza un comune strumento – un esercito europeo comune;

Considerando che con la Brexit, l’Unione europea perde l’unico oppositore dichiarato a qualsiasi ipotesi di costruzione di una politica di sicurezza europea comune e, di conseguenza, di un esercito europeo comune;

Consapevoli che un esercito europeo comune può contribuire in modo sostanziale alla costruzione di una cultura militare europea comune e, quindi, di una politica europea di difesa comune;

Considerando che un esercito europeo comune costituirebbe un potente stimolo alla costituzione di gruppi industriali pan-europei nel settore della difesa;

Consapevoli che “sia giunto il tempo di prendere in mano il nostro destino in quanto Europei” 2 ;

Al fine di fronteggiare insieme queste minacce, le Alte Parti Contraenti decidono di creare un Esercito comune europeo (Forze Armate europee comuni) destinato a assicurare in primo luogo missioni di mantenimento e di ristabilimento della pace e operazioni di stabilizzazione secondo le seguenti modalità politiche, giuridiche e militari:

Modalità politiche

L’esercito europeo comune è sottoposto all’autorità del Presidente della Commissione europea.

Il Presidente della Commissione europea è coadiuvato da un Commissario europeo per la Difesa e la Sicurezza che coordina l’organizzazione e il finanziamento dell’Esercito Comune.

Il Presidente della Commissione sottopone le decisioni di ingaggio dell’Esercito comune e le modalità di esso all’approvazione del Consiglio europeo di Sicurezza composto dall’insieme dei Capi di Stato e di governo dei paesi membri dell’Unione. Il Consiglio europeo di Sicurezza statua alla maggioranza qualificata (55 % degli stati rappresentando almeno 65 % della popolazione) degli stati partecipanti alla Cooperazione rafforzata.

Il Presidente della Commissione e/o il Commissario alla Difesa rendono conto delle missioni in corso, degli investimenti previsti, del funzionamento generale dell’Esercito comune di fronte al Consiglio congiunto dei ministri degli Esteri e dei ministri della Difesa e di fronte al Parlamento europeo o di fronte alla Commissione degli Affari Esteri e della Sicurezza dello stesso.

I membri del Consiglio e i membri del Parlamento europeo qualora appartengono ad uno dei Paesi partecipanti alla Cooperazione rafforzata possono fare delle interrogazioni scritte ed orali al Presidente della Commissione e/o al Commissario alla Difesa e alla Sicurezza, possono adottare risoluzioni di indirizzo, proporre emendamenti ed in seguito adottare o rigettare il progetto di bilancio preventivo dell’Esercito comune presentato dal Commissario alla Difesa.

Base giuridica

Sulla base dell’Articolo 20 del TUE, le Alte Parti Contraenti decidono di varare una Cooperazione rafforzata avendo come scopo la creazione di un esercito europeo comune.

Al fine di assicurare la massima efficacia alla Cooperazione rafforzata, gli stati partecipanti alla Cooperazione rafforzata, decidono d’intesa con gli Stati membri dell’Unione che non sono parte della Cooperazione rafforzata ma che in base all’Articolo 330 possono partecipare alle sue deliberazioni senza diritto di voto, di provvedere in tempi rapidi alle seguenti modifiche dei Trattati al fine di:

– stabilire la responsabilità del Presidente della Commissione europea come capo dell’esercito comune;
– istituire la figura di un commissario ad hoc responsabile dell’organizzazione dell’esercito comune, comprese le responsabilità di bilancio;
– creare in seno al Consiglio europeo una formazione «Consiglio europeo di Sicurezza» abilitato ad autorizzare su proposta del Presidente della Commissione l’ingaggio dell’esercito europeo comune, formazione alla quale partecipano anche, senza diritto di voto, i capi di Stato e di Governo dei paesi dell’Unione non partecipanti alla Cooperazione rafforzata;
– introdurre la procedura di co-decisione (Consiglio e Parlamento europeo) per tutte le questioni relative all’organizzazione e al finanziamento dell’esercito comune;
– sopprimere l’Art. 333 § 3 del TFUE al fine di consentire la partecipazione alla Cooperazione rafforzata di nuovi membri sulla base di un voto a maggioranza dei membri già partecipanti;
– modificare l’Art. 331 § 2 ultimo alinea del TFUE [12] al fine di stabilire che il processo decisionale del Consiglio avvenga alla maggioranza qualificata dei membri dei paesi partecipanti.

Rapporti con altre istituzioni

Nato

L’Esercito europeo comune è integrato nella Nato con modalità specifiche definite di comune accordo, modalità che prevedono la sua integrazione operativa in seno all’Alleanza Atlantica solo in caso di attivazione dell’articolo 5.

Pesco

Sono stabilite attraverso protocolli ad hoc le relazioni con la Cooperazione Strutturata Permanente esistente (PESCO) o altre eventuali CSP future.

Comitato militare dell’Unione europea

Parimenti ai capi di stato maggiore degli Stati membri dell’Unione, il capo di stato maggiore dell’Esercito europeo comune fa parte a pieno titolo del Comitato militare dell’Ue.

Comitato politico e di sicurezza (CoPS)

Un rappresentante del Presidente della Commissione integra il CoPS composto dai rappresentanti dei 27 Stati membri.

Modalità finanziarie

I Paesi partecipanti alla Cooperazione rafforzata contribuiscono al finanziamento dell’Esercito con un contributo annuo pari al 0,3 % del loro PIL.

Contributi degli stati partecipanti alla Cooperazione rafforzata 3

PIL 4  0,3% PIL 5 Contributo all’UE 6 Bilancio difesa 7
Germania: 3.386 10.158 19.587 40.447
Francia: 2.349 7.047 16.233 40.852
Italia: 1.757 5.271 12.000 21.166
Spagna: 1.208 3.624 8.080 10.528
Paesi Bassi: 773 2.319 3.384 8.686
Polonia: 496 1.488 3.048 8.638
Belgio: 450 1.350 2.978 3.997
Rep. Ceca: 206 618 1.282 2.055
Romania: 203 609 1.228 3.100
Portogallo: 201 603 1.375 2.398
Grecia: 184 552 1.247 4.111
Slovacchia: 90 270 599 935
Lussemburgo: 58 174 307 288
Bulgaria: 55 165 378 640
Croazia: 51 153 359 795
Slovenia 45 135 293 422
Lituania: 45 135 273 724
Lettonia: 29 87 184 470
Estonia: 25 75 154 479
Totale: 11.611 34.833

Configurazione dell’esercito europeo (Forze Armate Europee)

In un primo tempo e tenendo conto delle modalità di funzionamento della Nato, l’Esercito europeo comune è composto in via principale da tre divisioni terrestre (una operativa, una in preparazione/allenamento, una a riposo), ciascuna suddivisa in tre brigate, da tre squadriglie aeree e da tre gruppi aeronavali per un totale di circa 90.000/100.000 soldati. L’esercito europeo è sotto il comando di un generale (quattro stelle), capo di stato maggiore.

Il Comando di teatro proiettabile

Sotto il comando di un generale di corpo d’armata (tre stelle) composto da:

Una componente terrestre (circa 20.000 soldati) composta a sua volta da:

a) 1 divisione “leggera” articolata su un Quartiere Generale (QG) e tre brigate con elementi meccanizzati/corazzati. Ciascuna brigata è sotto il comando di un generale di brigata (due stelle) e comprende un reggimento genio, un battaglione logistico, un reggimento trasmissioni, un’unità medica di livello 1 (ROLE 1 – primo soccorso, stabilizzazione e triage).

b) 1 comando logistico di Teatro (JLSG – Joint Logistic Support Group)

c) 1 ospedale da campo di livello 3 (ROLE 3 – diagnostica specialistica, interventi chirurgici, medicina preventiva, inclusi i controlli su cibi e vivande, “operational stress management teams”).

d) 1 unità PSYOPS, 1 unità CIMIC (cooperazione civile-militare) e 1 unità CBRN (nucleare, radiologica, batteriologica e chimica).

e) 2 distaccamenti operativi di Forze Speciali (Land).

f) 1 unità ISTAR (Intelligence-Surveillance-Target Acquisition & Reconnaissance).

g) 1 Squadrone elicotteri d’attacco

h) 1 Squadrone elicotteri da trasporto

i) 1 Squadrone elicotteri multiruolo

j) 1 Squadrone elicotteri MEDEVAC (evacuazione medica)

k) 1 unità di polizia militare a livello compagnia/battaglione

Una componente aerea (circa 6.000 soldati) sotto il comando di un generale (due stelle) composta a sua volta da:

a) 1 Comando di Componente aerea proiettabile con capacità di dare vita ad una “Deployed Operating Base” (DOB) e ad un “Aerial Port of Debarkation” (APOD) nel teatro di operazioni.

b) 1 Stormo aerei da trasporto tattico

c) 1 Stormo aerei da trasporto strategico

d) 1 Squadrone caccia

e) 1 Squadrone caccia bombardieri

f) 1 Squadrone elicotteri da combattimento SAR (Search & Rescue)

g) 1 Unità UAV (Unmanned aerial vehicule)

h) 1 Unità radar proiettabile

i) 1 Unità di “Force protection” a livello battaglione/reggimento

Una componente navale (circa 5.000 soldati, inclusa la componente aerea imbarcata) basata su un gruppo navale sotto il comando di un ammiraglio (due stelle) composto da:

a) 1 Portaerei/Porta elicotteri

b) 3 Fregate

c) 2 Cacciatorpediniere

d) 4 Caccia mine

e) 3 Sottomarini

f) 1 Nave rifornitrice

g) 1 Nave di supporto logistico

Un’unità cyber

Questa unità opera al livello del comando di teatro.

Un servizio di intelligence

Le modalità di collaborazione tra il Servizio di Intelligence europeo e i Servizi di Intelligence degli stati parti alla Cooperazione rafforzata vengono definite da un protocollo ad hoc.

Bilancio

Non si può entrare nel dettaglio dei costi di investimento e di funzionamento sia perché dipendono da quanti paesi tra i 19 di seguito menzionati potrebbero aderire alla Cooperazione rafforzata sia perché i costi degli armamenti possono essere molto diversi a secondo del materiale scelto. Riteniamo ragionevole, in una ipotesi di una dozzina di Paesi partecipanti (fra i quali i più grandi), una forchetta tra il 0,2% e il 0,3% del PIL.

Modalità di funzionamento

La lingua di comunicazione e di lavoro dell’Esercito europeo comune è l’inglese.

Gli ufficiali, i sotto-ufficiali e i soldati dell’Esercito europeo hanno uno status lavorativo comunitario; i loro salari sono calcolati sulla base di quelli applicati nei paesi partecipanti alla Cooperazione rafforzata (media dei cinque Paesi con i salari più alti).

Come per i funzionari della Commissione, il numero degli ufficiali, sotto-ufficiali e soldati è proporzionale al numero di abitanti di ciascun stato partecipante.

Ripartizione 8 degli ufficiali, sotto ufficiali e soldati 9 per paesi partecipanti

Abitanti Percentuale
Belgio 11,46 2,86
Bulgaria 7,00 1,74
Croazia 4,07 1,01
Estonia 1,32 0,32
Francia 67,02 16,74
Germania 83,01 20,73
Grecia 10,72 2,67
Italia 60,35 15,07
Lettonia 1,92 0,47
Lituania 2,79 0,69
Lussemburgo 0,61 0,15
Paesi Bassi 17,28 4,31
Polonia 37,97 9,48
Portogallo 10,27 2,56
Rep. Ceca 10,64 2,65
Romania 19,40 4,84
Slovacchia 5,45 1,36
Slovenia 2,08 0,51
Spagna 46,93 11,72
Totale (19 Paesi) 400,29

Formazione iniziale degli Ufficiali e dei Soldati

La formazione degli ufficiali, sotto-ufficiali e soldati è assicurata da un’Academia Militare Europea.

Nella fase di costituzione/costruzione dell’Esercito europeo comune, gli Stati parti alla Cooperazione rafforzata contribuiscono ciascuno in proporzione alla propria popolazione, al proprio PIB e alle capacità delle proprie forze armate alla formazione degli Ufficiali, Sotto-Ufficiali e soldati dell’Esercito europeo comune.

Localizzazioni delle basi militari

La localizzazione delle basi delle varie unità dell’Esercito europeo è scelta tenendo conto delle minacce da fronteggiare e dello svantaggio dei Paesi meno popolati per quanto riguarda le possibilità di usufruire delle ricadute economiche derivanti dalla produzione degli armamenti.

Forniture di armamenti

Le commesse per la fornitura di armamenti vengono attribuite prioritariamente a gruppi industriali nei quali la maggioranza del capitale è composta da attori industriali appartenenti ad almeno il 40% dei paesi partecipanti alla Cooperazione rafforzata rappresentando almeno un terzo dell’insieme della popolazione dei paesi partecipanti.

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Notes:

  1. Euractiv, 9 marzo 2015
  2. Angela Merkel
  3. Dati 2017, in euro. Eurostat
  4. Eurostat 2018, in miliardi di euro
  5. In milioni di euro
  6. Rapporto finanziario della Commissione europea, 2017
  7. Otan, division diplomatie publique, 2017, in milioni di euro
  8. Popolazione al 1 gennaio 2019. Dati Eurostat
  9. Sulla base di una cooperazione rafforzata che potrebbe comprendere i seguenti 19 Paesi: Belgio, Bulgaria, Croazia, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Rep. Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna